Covid-19: una statistica su scala globale

La rivista The Lancet ha pubblicato un importante studio che analizza l’andamento della mortalità e dell’aspettativa di vita alla nascita a livello globale e copre il periodo compreso tra il 1950 ed il 2021. Si stima che nel biennio 2020-2021 la pandemia di Covid-19 abbia provocato – a livello mondiale – 15,9 milioni di morti. L’aspettativa di vita alla nascita stimata nel 2021 è calata di 1,6 anni rispetto al valore del 2019 invertendo drammaticamente una tendenza alla crescita che durava dal 1950.

Quattro anni fa gli italiani stavano rapidamente imparando il significato della parola “lockdown“. Oggi la pandemia è solo un lontano ricordo e molti preferiscono pensare ad altro, ma gli statistici fanno il loro lavoro e dopo aver analizzato tutti i dati demografici disponibili a livello mondiale sono finalmente riusciti a darci un quadro completo degli effetti provocati dalla Covid-19 sulla mortalità. Lo studio – molto completo e dettagliato – è stato pubblicato recentemente dalla rivista The Lancet.

All’inizio della pandemia c’erano alcuni che sostenevano che la Covid-19 “fosse solo una banale influenza” e oggi – finalmente – disponiamo dei dati necessari per verificare il fondamento di tale affermazione.

Lo studio – prodotto nell’ambito di una vasta collaborazione internazionale che prende il nome di Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) 2021 – prende in considerazione i dati dal 1950 fino al 2021 sia a livello globale, sia a livello di singoli Paesi che di aree geografiche omogenee. Una particolare attenzione è dedicata all’andamento del biennio 2020-2021, periodo che ha coinciso con la fase più acuta della pandemia di Covid-19.

In particolare, è stato analizzato l’andamento della mortalità e della aspettativa di vita alla nascita. Qui di seguito riassumo brevemente alcuni dei dati più significativi invitando chi fosse interessato ad approfondire l’argomento a consultare il lavoro pubblicato da The Lancet.

Per ogni dato viene riportato il valore medio e – tra parentesi – l’intervallo di indeterminazione stimato al 95% di confidenza.

Nel biennio 2020-2021 sono stati registrati a livello globale 131 (126-137) milioni di decessi di cui 15,9 (14,7-17,2) milioni attribuiti alla pandemia di Covid-19 (stimati come eccesso di mortalità rispetto agli anni pre-pandemici).

I decessi legati alla Covid-19 non hanno influito sulla mortalità dei più giovani (età inferiore ai 15 anni), mentre sono stati osservati per tutte le classi d’età superiori ai 15 anni (con incidenza crescente all’aumentare dell’età).

In 80 Paesi, l’eccesso di mortalità dovuta alla Covid-19 è stata pari ad almeno 150 casi per ogni 100 mila abitanti per un periodo di almeno un anno.

Tra il 1950 ed il 2021 l’aspettativa di vita alla nascita è cresciuta da 49,0 (46,7-51,3) a 71,7 (70,9-72,5) anni, tuttavia nel biennio 2020-2021 è calata di 1,6 (1,0-2,2) anni, invertendo drammaticamente la tendenza alla crescita che si era consolidata durante i 70 anni precedenti.

Lo studio ha evidenziato come nel biennio 2020-21 la COVID-19 abbia “sostituito” un killer a lungo dominante, l’ictus, diventando la seconda causa di morte a livello globale. Gli Autori hanno scoperto che le aree geografiche dove la pandemia di COVID-19 ha colpito più duramente sono state l’America Latina, i Caraibi e l’Africa subsahariana, che hanno perso il maggior numero di anni di aspettativa di vita a causa della COVID-19 nel 2021.

Visti i numeri, parlare della Covid-19 come di una “banale influenza” sembra decisamente incongruo (almeno fino a quando non sono arrivati i vaccini).

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