Il copione lo conosciamo benissimo: finisce l’estate, riaprono le scuole ed i contagi aumentano, con la conseguente crescita di ricoveri ospedalieri e decessi. Anche se ormai si fanno sempre meno tamponi, le ultime settimane hanno segnato una significativa ripresa dei contagi e le cose potrebbero ulteriormente peggiorare. Dobbiamo dunque preoccuparci?
Che la pandemia di Covid-19 abbia ormai esaurito la sua spinta non è soltanto una sensazione diffusa, ma è confermato dai dati sulla mortalità generale che – dopo quasi 3 anni problematici – sono finalmente tornati ai valori pre-Covid.
Il che non vuol dire assolutamente che il virus SARS-CoV-2 sia definitivamente scomparso dai radar. Il virus continua a circolare e nelle ultime settimane si segnala anche in Italia una crescita di tutti gli indicatori critici (contagi, ricoveri ospedalieri e decessi):
Siamo comunque ancora su numeri molto lontani rispetto a quelli delle fasi più acute della pandemia. In altre parole, la Covid-19 circola ancora, ma il suo impatto sulla salute pubblica è confrontabile con quello di numerose altre patologie.
Non è quindi il caso di dare spazio agli allarmismi, ma non bisogna neppure affrontare il tema con superficialità: esiste comunque la possibilità che la pandemia ci riservi un “colpo di coda” e bisogna che le Autorità sanitarie tengano la situazione sotto attento controllo.
Tra poche settimane dovrebbe essere disponibile il richiamo aggiornato del vaccino anti-Covid che sarà somministrato assieme al vaccino per l’influenza stagionale. Le persone “diversamente giovani” o comunque fragili faranno bene a usufruire della possibilità di vaccinarsi.
Se poi qualcuno deciderà di non farlo e dovesse (speriamo di no!) contrarre una forma grave di Covid-19, ne subirà le conseguenze. Come si dice “uomo avvisato, mezzo salvato!”.
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