Tutti si sono dimenticati della Covid-19, ma la ricerca sui vaccini prosegue

A 4 anni dall’inizio della pandemia, la Covid-19 è ormai entrata a far parte delle patologie “normali“. All’inizio di quest’inverno abbiamo assistito ad una nuova ondata di contagi e si sono contati numerosi decessi tra le persone più fragili, ma l’impatto della Covid-19 non è stato tale da mettere in crisi il nostro sistema sanitario. L’immunità indotta dai vaccini e dai precedenti contagi ha fortemente attenuato i danni prodotti dal SARS-CoV-2 anche se il virus continua ad evolversi facendo apparire sempre nuovi ceppi. Nel frattempo continua la ricerca per lo sviluppo di nuovi vaccini. Una nuova generazione di vaccini somministrati tramite uno spray nasale promette di essere particolarmente efficace non solo nella prevenzione dei casi più gravi, ma anche per contrastare la diffusione del contagio.

Un articolo pubblicato recentemente descrive un nuovo tipo di vaccino anti Covid che inizierà a breve la sperimentazione di fase 1 su volontari umani. Gli studi condotti fino ad oggi hanno riguardato solo cavie animali ed hanno evidenziato che il nuovo vaccino – caratterizzato dalla somministrazione che avviene tramite spray nasale – induce una forte risposta immunitaria direttamente nelle mucose nasali ovvero nel punto in cui il virus entra al momento del contagio. Questa particolarità dovrebbe garantire una efficace protezione non solo rispetto alle complicanze più gravi (come succede per i vaccini che utilizziamo attualmente), ma anche rispetto alla diffusione dei contagi.

L’uso dello spray nasale al posto della siringa non serve solo per ridurre l’ansia di coloro che hanno paura delle iniezioni. In realtà i vaccini che vengono iniettati agiscono a livello del sangue e solo attraverso il sangue raggiungono i diversi organi che possono essere attaccati dal virus. Con lo spray nasale il vaccino segue lo stesso identico percorso che il virus utilizza per entrare nell’organismo umano e crea una barriera immunitaria localizzata che promette di essere particolarmente efficace.

I dati ottenuti fino ad oggi tramite la sperimentazione su animali hanno confermato le aspettative che ora dovranno essere verificate tramite la sperimentazione su volontari umani. Le prove di fase 1 (verifica dell’assenza di effetti negativi) partirà tra breve.

A 4 anni dall’inizio della pandemia, la fase acuta della Covid-19 è ormai decisamente archiviata e la patologia è rientrata tra quel tipo di malattie che potremmo definire “normali“. Ci sono ancora ondate caratterizzate da forti contagi e si contano particolari criticità per i pazienti più fragili, ma l’impatto della Covid-19 sui nostri sistemi sanitari non desta più particolari preoccupazioni.

Intanto la ricerca sui vaccini continua ad andare avanti. Se non serviranno per la Covid-19, saranno comunque utili per imparare a proteggerci meglio dalle tante patologie respiratorie che ci colpiscono soprattutto nel periodo invernale e per contrastare i nuovi virus che – prima o poi – arriveranno.

.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.